Anni 1850 – 1870. Anni roventi, nuove idee, venti di cambiamenti in tutta l’Europa. Nascono importanti teatri lirici: Opera Garnier a Paris, StadtOper a Vienna e Teatro Massimo a Palermo. Tutti segnano il trionfo del neoclassicismo e dell’eclettismo.
Ma a Palermo non vuole morire l’altra scuola, anch’essa ispirata all’antichità ma non ad upo di trasformazione, bensì per riprodurla.
Portavoce di questa tendenza ormai in declino, Giuseppe Damiani Almeyda (Capua, 1834 – Palermo, 1911), architetto del Senato Palermitano. E stato lui l’istigatore del concorso pubblico per la costruzione del teatro Massimo. Ma vince il Basile.
Il Comune di Palermo porge rimedio all’imbarazzante situazione incaricando Almeyda della costruzione di un secondo teatro, a meno di 300 mt. dal precedente. Il Teatro Politeama.
Cosicchè, con gran rispetto delle tradizioni, dopo la battaglia delle due cattedrale ai tempi di Guglielmo II, Palermo esprime il fervore del suo risorgimento e dell’epopea garibaldina anche attraverso questo inedito duello d’architetti.
Anni 1850 – 1870. Anni roventi, nuove idee, venti di cambiamenti in tutta l’Europa. Nascono importanti teatri lirici: Opera Garnier a Paris, StadtOper a Vienna e Teatro Massimo a Palermo. Tutti segnano il trionfo del neoclassicismo e dell’eclettismo.
Ma a Palermo non vuole morire l’altra scuola, anch’essa ispirata all’antichità ma non ad upo di trasformazione, bensì per riprodurla.
Portavoce di questa tendenza ormai in declino, Giuseppe Damiani Almeyda (Capua, 1834 – Palermo, 1911), architetto del Senato Palermitano. E stato lui l’istigatore del concorso pubblico per la costruzione del teatro Massimo. Ma vince il Basile.
Il Comune di Palermo porge rimedio all’imbarazzante situazione incaricando Almeyda della costruzione di un secondo teatro, a meno di 300 mt. dal precedente. Il Teatro Politeama.
Cosicchè, con gran rispetto delle tradizioni, dopo la battaglia delle due cattedrale ai tempi di Guglielmo II, Palermo esprime il fervore del suo risorgimento e dell’epopea garibaldina anche attraverso questo inedito duello d’architetti.
Anni 1850 – 1870. Anni roventi, nuove idee, venti di cambiamenti in tutta l’Europa. Nascono importanti teatri lirici: Opera Garnier a Paris, StadtOper a Vienna e Teatro Massimo a Palermo. Tutti segnano il trionfo del neoclassicismo e dell’eclettismo.
Ma a Palermo non vuole morire l’altra scuola, anch’essa ispirata all’antichità ma non ad upo di trasformazione, bensì per riprodurla.
Portavoce di questa tendenza ormai in declino, Giuseppe Damiani Almeyda (Capua, 1834 – Palermo, 1911), architetto del Senato Palermitano. E stato lui l’istigatore del concorso pubblico per la costruzione del teatro Massimo. Ma vince il Basile.
Il Comune di Palermo porge rimedio all’imbarazzante situazione incaricando Almeyda della costruzione di un secondo teatro, a meno di 300 mt. dal precedente. Il Teatro Politeama.
Cosicchè, con gran rispetto delle tradizioni, dopo la battaglia delle due cattedrale ai tempi di Guglielmo II, Palermo esprime il fervore del suo risorgimento e dell’epopea garibaldina anche attraverso questo inedito duello d’architetti.
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