Il Castello Utveggio non fu fortunato; l’albergo, inventato nel periodo fascista dal più importante costruttore palermitano, Utveggio, non raggiunse mai i suoi obiettivi commerciali e dopo la sua occupazione durante la guerra come quartier generale militare, cadde in disuso.
La Regione Siciliana ne è poi diventata proprietaria, istituendovi il suo Centro di Ricerca e Studi Gestionali.
La sensazione di chi oggi visita questa bella struttura neogotica è che, come dice il noto proverbio siciliano, “U Signuri runa pani a cu unnavi renti”! (il Signore dà il pane a chi non ha denti)
Citiamo Vitaliano Brancati (autore tra tanti dei famosi “Il bel Antonio” e “Don Giovanni in Sicilia”) in un articolo del 7/5/1938 sul Castello Utveggio:
“Lo spirito pratico dei siciliani, quando emerge dalla prudenza e aspira a diventare ‘nordico’, suggerisce un edificio così alto da attirare un numero infinito di clienti con la promessa di una vista straordinaria”.
Anche se il progetto iniziale fallì nel 1931, quando il proprietario fece bancarotta e si suicidò gettandosi dalle terrazze del proprio albergo, le condizioni del mercato turistico siciliano sono cambiate così tanto che oggi Castello Utveggio sarebbe un fiore all’occhiello dell’industria alberghiera di punta.
Nessuna parola può rendere giustizia alla sensazionale vista panoramica, unica ragione per tale costruzione su questo sperone sul Monte Pellegrino lontano della città, ove godersi una panoramica di oltre 270 gradi, un puro incanto dal viale di accesso ai giardini che ancora oggi offrono una posizione studiata per farci sentire come Icaro.
Il Castello Utveggio fu costruito dall’architetto Santangelo, in stile neogotico, uno dei più caratteristici di quel periodo segnato dal Nuovo Stile, Liberty come si preferisce menzionarlo in Sicilia. È chiaro che l’interno avrebbe bisogno di alcune trasformazioni per recuperare gli accenti originali di un’ospitalità esclusiva rivolta ad una clientela cosmopolita e raffinata.
Ma ne varrebbe la pena, la clientela di alto livello esiste, così come gli albergatori in grado di servirla.
D’altra parte, la Sicilia orientale vanta un’evidente superiorità all’inizio del ventunesimo secolo, in contrapposizione alla mancanza di strutture 5 stelle esistenti nella Sicilia occidentale, eccezione fatta di due, forse tre strutture.
Il Castello Utveggio non fu fortunato; l’albergo, inventato nel periodo fascista dal più importante costruttore palermitano, Utveggio, non raggiunse mai i suoi obiettivi commerciali e dopo la sua occupazione durante la guerra come quartier generale militare, cadde in disuso.
La Regione Siciliana ne è poi diventata proprietaria, istituendovi il suo Centro di Ricerca e Studi Gestionali.
La sensazione di chi oggi visita questa bella struttura neogotica è che, come dice il noto proverbio siciliano, “U Signuri runa pani a cu unnavi renti”! (il Signore dà il pane a chi non ha denti)
Citiamo Vitaliano Brancati (autore tra tanti dei famosi “Il bel Antonio” e “Don Giovanni in Sicilia”) in un articolo del 7/5/1938 sul Castello Utveggio:
“Lo spirito pratico dei siciliani, quando emerge dalla prudenza e aspira a diventare ‘nordico’, suggerisce un edificio così alto da attirare un numero infinito di clienti con la promessa di una vista straordinaria”.
Anche se il progetto iniziale fallì nel 1931, quando il proprietario fece bancarotta e si suicidò gettandosi dalle terrazze del proprio albergo, le condizioni del mercato turistico siciliano sono cambiate così tanto che oggi Castello Utveggio sarebbe un fiore all’occhiello dell’industria alberghiera di punta.
Nessuna parola può rendere giustizia alla sensazionale vista panoramica, unica ragione per tale costruzione su questo sperone sul Monte Pellegrino lontano della città, ove godersi una panoramica di oltre 270 gradi, un puro incanto dal viale di accesso ai giardini che ancora oggi offrono una posizione studiata per farci sentire come Icaro.
Il Castello Utveggio fu costruito dall’architetto Santangelo, in stile neogotico, uno dei più caratteristici di quel periodo segnato dal Nuovo Stile, Liberty come si preferisce menzionarlo in Sicilia. È chiaro che l’interno avrebbe bisogno di alcune trasformazioni per recuperare gli accenti originali di un’ospitalità esclusiva rivolta ad una clientela cosmopolita e raffinata.
Ma ne varrebbe la pena, la clientela di alto livello esiste, così come gli albergatori in grado di servirla.
D’altra parte, la Sicilia orientale vanta un’evidente superiorità all’inizio del ventunesimo secolo, in contrapposizione alla mancanza di strutture 5 stelle esistenti nella Sicilia occidentale, eccezione fatta di due, forse tre strutture.
Il Castello Utveggio non fu fortunato; l’albergo, inventato nel periodo fascista dal più importante costruttore palermitano, Utveggio, non raggiunse mai i suoi obiettivi commerciali e dopo la sua occupazione durante la guerra come quartier generale militare, cadde in disuso.
La Regione Siciliana ne è poi diventata proprietaria, istituendovi il suo Centro di Ricerca e Studi Gestionali.
La sensazione di chi oggi visita questa bella struttura neogotica è che, come dice il noto proverbio siciliano, “U Signuri runa pani a cu unnavi renti”! (il Signore dà il pane a chi non ha denti)
Citiamo Vitaliano Brancati (autore tra tanti dei famosi “Il bel Antonio” e “Don Giovanni in Sicilia”) in un articolo del 7/5/1938 sul Castello Utveggio:
“Lo spirito pratico dei siciliani, quando emerge dalla prudenza e aspira a diventare ‘nordico’, suggerisce un edificio così alto da attirare un numero infinito di clienti con la promessa di una vista straordinaria”.
Anche se il progetto iniziale fallì nel 1931, quando il proprietario fece bancarotta e si suicidò gettandosi dalle terrazze del proprio albergo, le condizioni del mercato turistico siciliano sono cambiate così tanto che oggi Castello Utveggio sarebbe un fiore all’occhiello dell’industria alberghiera di punta.
Nessuna parola può rendere giustizia alla sensazionale vista panoramica, unica ragione per tale costruzione su questo sperone sul Monte Pellegrino lontano della città, ove godersi una panoramica di oltre 270 gradi, un puro incanto dal viale di accesso ai giardini che ancora oggi offrono una posizione studiata per farci sentire come Icaro.
Il Castello Utveggio fu costruito dall’architetto Santangelo, in stile neogotico, uno dei più caratteristici di quel periodo segnato dal Nuovo Stile, Liberty come si preferisce menzionarlo in Sicilia. È chiaro che l’interno avrebbe bisogno di alcune trasformazioni per recuperare gli accenti originali di un’ospitalità esclusiva rivolta ad una clientela cosmopolita e raffinata.
Ma ne varrebbe la pena, la clientela di alto livello esiste, così come gli albergatori in grado di servirla.
D’altra parte, la Sicilia orientale vanta un’evidente superiorità all’inizio del ventunesimo secolo, in contrapposizione alla mancanza di strutture 5 stelle esistenti nella Sicilia occidentale, eccezione fatta di due, forse tre strutture.
Altri articoli